giovedì 10 luglio 2008

Stanza 717 del Chelsea Hotel

Un nastro si riavvolge.

Che cosa ci faccio io qui,
questa è la domanda Jimi,
perche sono qui e non altrove,
forse Lisa ha bisogno di Jimi e Jimi di Lisa,
ma l'amore è ben altro che bisogno o dipendenza,
l'amore è amore e basta, non devi aspettarti niente in cambio,
ma noi noi ci amiamo ancora Jimi?
che cosa ci fa qui lisa?

Tamburi di una futuristica tribu e stridore di elettrocorde urlanti.

Era ormai un anno che Lisa se ne era andata, e io navigavo di nuovo in un mare scuro, altre volte ne ero uscito, ma questa volta non avevo più stelle nell'anima.
Non so se vi è mai capitato.
Ti svegli al mattino e il tuo solo desiderio è quello di sprofondare di nuovo nel buio, meglio senza sogni, comunque non ricominciare a vivere.
Non so dove siete in questo momento, ma provate a pensarci, il vostro sangue è diventato denso come catrame, i pensieri giaciono al suolo come uccelli morti, il respiro è sospeso.
La Hocosama Star poteva andare a fanculo.
Inutile negarlo, mi ero perso.
Adesso sto scivolando, i dati di caricamento del programma scorrono rapidi, al limite del mio campo visivo.
Io resto qui seduto, in questa stanza d'albergo e aspetto.
Il virus indiano non è stato ancora inserito e anche se so che tutto questo può uccidermi, mi sento tranquillo, del resto siamo ancora sulla pista.
Non abbiamo ancora iniziato a volare.
Stanza 717 del Chelsea Hotel, domani è la vigilia di Natale e proprio non riesco a credere che tutto era cominciato solo due giorni fa.

Un fruscio...
Cambio parte.

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